Roma nel piatto: La Coda alla Vaccinara, origine di questa squisita ricetta romana

Tra le ricette simbolo della cucina romana, la Coda alla Vaccinara si distingue per la sua storia affascinante e per il sapore ricco e avvolgente che racconta secoli di cultura popolare. Questo piatto rappresenta l’evoluzione della cucina del quinto quarto, basata su tagli meno nobili del bestiame, rivalutati con ingegno e passione dai macellai romani.

Le origini popolari della Coda alla Vaccinara
La nascita della Coda alla Vaccinara è strettamente legata al Rione Regola, dove operavano i “vaccinari”, ovvero i macellai che ricevevano come parte del compenso proprio le frattaglie e i tagli di scarto, tra cui la coda. Essendo in un contesto di assoluta necessità, questi artigiani della carne si ingegnarono e riuscirono a trasformare ingredienti umili in piatti ricchi e saporiti. Con l’apertura del mattatoio di Testaccio alla fine dell’Ottocento, questa cucina si radicò ancor più profondamente nel tessuto romano. La Coda alla Vaccinara, in particolare, cominciò a comparire nei ricettari popolari: inizialmente lessata, poi cucinata in umido con pomodoro, vino, lardo e odori, fino a diventare un piatto raffinato. La versione più conosciuta prevede anche l'aggiunta di uvetta, pinoli e cacao amaro, per un gusto agrodolce complesso e sorprendente.


Ingredienti semplici per un gusto inconfondibile
Il fulcro della preparazione è la coda di bue (o di vitello), tagliata in pezzi e stufata lentamente con un ricco fondo di sedano, carota, cipolla e passata di pomodoro. La cottura lunga, fino a quattro ore, rende la carne tenera e il sugo denso e profumato. Il piatto viene spesso servito anche come condimento per i rigatoni, diventando un primo robusto e indimenticabile. L’aggiunta di ingredienti come cacao amaro, pinoli e uvetta arricchisce la preparazione con note dolci e amare, creando un equilibrio di sapori che ha conquistato anche i palati più esigenti.
Assaggiare oggi una Coda alla Vaccinara significa immergersi nella storia sociale di Roma. È un piatto che parla di comunità, di mestieri antichi, di famiglie che cucinavano con ciò che avevano a disposizione, trasformando la semplicità in eccellenza. Oggi, è presente nei menu delle trattorie storiche e dei ristoranti più raffinati, mantenendo intatta la sua anima popolare.

Un viaggio gastronomico tra autenticità e cultura
Chi visita Roma e desidera scoprire la sua vera anima, può farlo anche attraverso la sua cucina. E la Coda alla Vaccinara rappresenta perfettamente questo percorso di riscoperta delle tradizioni, valorizzando ogni parte dell’animale in un’ottica che oggi potremmo definire sostenibile. Ogni boccone è un piccolo racconto, ogni ingrediente una traccia di un passato che resiste nel presente. La Coda alla Vaccinara non è solo un piatto da assaggiare, ma un invito a esplorare i tanti volti della cultura romana. Chi ama la cucina locale potrà ritrovare lo stesso spirito nei mercati contadini del centro città, oppure nei piatti simbolo della tradizione, come il baccalà alla romana o i calamari ripieni. L’esperienza gastronomica può arricchirsi anche con una visita a borghi del Lazio dove la memoria contadina è ancora viva, come Castel Giuliano o la Sabina, luoghi in cui la cucina si intreccia con natura e storia. In questo modo, anche un semplice pasto si trasforma in un viaggio multisensoriale, capace di svelare l’essenza più vera della Capitale.

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26/11/2025
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