Una camminata da antichi romani sull’Appia Antica

Via Appia Antica è una delle strade consolari più affascinanti che si possano percorrere. Luogo questa strada sorgono innumerevoli monumenti antichi che tracciano la storia di Roma, unita alla bellezza della campagna romana.
La camminata sulla "regina viarum" è un vero viaggio a ritroso nel tempo.

Via Appia Antica a piedi
La camminata su via Appia Antica esattamente come avrebbero fatto i romani di 2 mila anni fa inizia da Porta San Sebastiano, che faceva parte della cinta muraria aureliana.
La regina viarum come è stata rinominata la strada più importante tra le consolari dell'antica Roma, comincia poco prima, a Porta Capena.
La passeggiata solitamente è quella che si compie nelle prime 3 miglia, segnate dalle famose pietre miliari.
Nel tratto cittadino è solitamente aperta al traffico urbano, mentre a partire dalla zona in cui si trova il Mausoleo di Cecilia Metella è solamente pedonale o al limite accessibile in bicicletta.

Come nasce via Appia Antica
Via Appia Antica fu fatta costruire nel IV secolo a.C. per collegare Roma a Capua e prende il nome dal magistrato che ne commissionò la realizzazione, Appio Claudio, un censore.
Di questa strada stupisce da sempre la progettazione di una modernità sorprendente ancora oggi, con marciapiedi, pavimentazione lastricata, pietre miliari e pochi raccordi. In tal modo chi la percorreva era certo di essere diretto alla meta senza fallo. La sua costruzione dovette affrontare anche terreni impervi, come le paludi agro pontine, che furono in parte bonificate già a quel tempo. Dopo Terracina pare che, per affrontare gli stessi allagamenti, ci fossero delle imbarcazioni che traghettavano i viaggiatori, collegandoli alla prosecuzione della strada su terra ferma.
In totale via Appia Antica era lunga circa 195 km, cioè 132 miglia romane e con i carri il percorso poteva essere coperto in circa 6 giorni.
Nei secoli successivi fu prolungata verso Benevento e venne aggiunto anche un percorso alternativo che portava alla Puglia, con il nome di Appia Traiana, in quanto fatta costruire dall'imperatore.
Quello che ancora oggi stupisce sono le imponenti domus romane, ville di una ricchezza stupefacente, che tuttora incantano per la preziosità e la buona conservazione dei reperti: una su tutte è la Villa dei Quintili, situata poco prima della zona di Capannelle.
A queste si aggiungevano infiniti monumenti funerari, sepolcri ed edicole votive.

Dal primo al terzo miglio di Via Appia Antica
La camminata da antichi romani sull'Appia Antica inizia, dunque, attraversando Porta San Sebastiano, quella che si è conservata meglio lungo le mura Aureliane e che risale al III sec. d.C.
Il tratto del primo miglio è caratterizzato dall'antico Clivo di Marte, un santuario pagano di cui si possono ammirare dei resti con alcune tombe databili intorno al I-II sec. d.C. Si arriva alla Marrana della Caffarella, dove si trova il letto di un antico affluente del Tevere: l'Almone. Qui c'è il meraviglioso Parco Regionale dell'Appia Antica, che costeggia la strada per le sue prime 11 miglia. È in questa zona che si ritrovano anche i resti degli Acquedotti romani, come quello Alessandrino, che ancora oggi rappresentano delle mirabili opere di ingegneria idraulica.
Si arriva all'incrocio con Via Ardeatina, dove noterete nei dintorni diverse catacombe, che all'epoca dell'antica Roma servirono ai primi cristiani per trovare riparo dalle persecuzioni. Lo stesso bivio è famoso per la presenza della piccola chiesetta del Quo Vadis, chiamata anche Santa Maria in Palmis. Qui, come narrano i vangeli apocrifi, San Pietro, che fuggiva da Roma, chiese a un uomo "Quo vadis, domine?" (dove vai, Signore?), che gli rispose: "Eo Romam, iterum crucifigi" cioè "vado a Roma, per essere crocifisso di nuovo". L'apostolo capì che si trattava di Gesù e tornò indietro accettando il martirio e la morte. In corrispondenza della chiesetta si trova una delle poche pietre miliari rimaste, che segnavano il passo ai viandanti. Un miglio romano corrispondeva a circa 1 km e 482 metri. Ogni colonna era segnata da un numero romano progressivo, per orientarsi nel viaggio. In corrispondenza della Villa dei Casali, sulla destra, si trova la seconda pietra miliare e subito dopo l'entrata alle più importanti e ampie catacombe della Roma antica, quelle di S. Callisto del III sec. d.C, con circa 12 km di cunicoli. Qui furono sepolti anche i primi pontefici della cristianità e alcuni martiri. Poche centinai di metri dopo l'incrocio con Via delle Sette Chiese c'è l'antichissima basilica minore di San Sebastiano, risalente al IV sec. con le catacombe omonime, dove fu sepolto il martire. All'interno di questa chiesa la tradizione vuole che si trovino le orme di Cristo impresse su una pietra sulla via di Damasco, quando apparve a Paolo di Tarso.
Poco più avanti comincia il tratto di Via Appia Antica più ricco di ruderi e vestigia. La prima è la residenza dell'Imperatore Massenzio con il Mausoleo del 309 d.C. La sua forma circolare ricorda quella del Pantheon a Roma. Sullo sfondo si trova il circo, che poteva contenere circa 10 mila spettatori, con 2 torri che delimitavano le estremità. Ha la forma allungata che ricorda come si svolgessero le corse dei cavalli al suo interno con le bighe.
Alle spalle del circo ci sono i resti di quello che era un maestoso palazzo imperiale.
In questa zona si è in parte in aperta campagna e potete ammirare la pavimentazione tipica delle vie consolari con grossi lastroni, sui quali ancora ci sono le impronte lasciate dal passaggio dei carri nei secoli.
Alla fine di una salita si trova la Tomba di Cecilia Metella rappresentata da una torre con un fregio in marmo. È una costruzione imponente e ancora in discrete condizioni strutturali; di forma cilindrica e merlata, fu poi annessa al Castello Caetani nell' XI sec. Di fronte si trova un raro esempio di arte gotica cistercense a Roma, nella Chiesa di San Nicola che manca della copertura.
Nei pressi il passo è segnato dalla terza pietra miliare e, dopo aver percorso qualche centinaio di metri, ci si trova di fronte ai resti della Torre di Capo di Bove, con i suoi mirabili pavimenti in mosaico e ad altri sepolcri. Da qui è aperta campagna dove si incontrano diverse tombe a torre o a edicola votiva, con una serie di iscrizioni marmoree. Tra i siti archeologici più affascinanti di tutta l'Appia Antica, ma al V miglio, c'è la villa dei Quintili, che l'imperatore Commodo usurpò ai 2 fratelli dopo averli fatti uccidere, creando un enorme complesso di ambienti, terme e domus in un crescendo di lusso e grandiosità.

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24/09/2018
Parco regionale dell Appia AnticaAppia Antica Roma Appio Claudio