Roma nel piatto: il maritozzo, il dolce romano ricco di tradizione e bontà

Dolce tipico del Lazio, il maritozzo, bontà dal cuore di panna, è una delizia alla quale pochi potranno resistere. Colazione preferita dagli abitanti della città eterna, la tradizione narra che le sue origini siano molto lontane, addirittura risalenti all’impero romano. Gli antichi Romani, si sa, erano amanti della buona tavola e i dolci di certo non mancavano nei loro banchetti prelibati.
Naturalmente erano ricette meno raffinate di quelle che possiamo vedere ora. Il maritozzo si presentava come una pagnotta, simile ad un panino. Era farcita con ingredienti sani e genuini come miele e fichi che ancora oggi usiamo ma nella preparazione di altri dolci; questi ingredienti, nel maritozzo sono stati sostituiti dalla panna montata che all’epoca non esisteva ancora. Al tempo dei romani, il maritozzo rappresentava il pasto principale che le mogli preparavano per i mariti che uscivano a lavorare presto e avevano bisogno di un pasto sostanzioso. Si hanno tracce della presenza del maritozzo anche nel periodo medioevale, durante il quale questo ottimo dolce era realizzato con l’aggiunta di canditi oppure di uvetta. Il maritozzo è stato anche un dolce tipico della Quaresima, unica prelibatezza alla quale non si poteva rinunciare nemmeno in questo periodo di digiuno pasquale e per tale motivo fu addirittura chiamato Er santo maritozzo, quasi a significare che potesse essere concesso, nonostante le ferree restrizioni religiose.

Il maritozzo come dono d’amore
Ci sono diverse curiosità legate alla nascita di questo dolce: una è quella che risale al 1800, periodo nel quale la tradizione vuole che il maritozzo sia una specialità regalata come segno d’amore alla futura sposa da colui che diventerà il marito. Il suo nome, infatti, come narra la leggenda, pare sia nato dalla parola marito, diventata poi maritozzo, in quanto dolce che i futuri sposi erano soliti donare alle loro spose come segno d’amore.
Questo dono avveniva il 1° venerdì di Marzo, giornata simile all’attuale San Valentino; in quella occasione, lo sposo donava alla sua amata il goloso maritozzo, che al suo interno poteva contenere un anello come promessa di una vita insieme. Pare che il maritozzo, all'epoca, avesse forma di cuore o che sulla sua superficie fossero presenti alcune decorazioni che richiamavano il tema amore.
In altre zone del Lazio, il maritozzo si chiama anche Panmarito o Maritello ed il nome ricorda sempre quella leggenda. Un’altra storia narra invece che fossero le donne a regalare i maritozzi: li avrebbero portati nella piazza del paese alla presenza di diversi giovani sui quali fare bella figura; il baldo giovane avrebbe poi dovuto scegliere il migliore o quello preparato dalla giovane che più gli piaceva. Il dolce si presenta come una morbida brioche che in passato ricordava maggiormente una pagnotta dal bel colore marroncino. Tagliato al centro, spesso in maniera trasversale, quello che oggi chiamiamo maritozzo, è farcito con bianchissima panna.
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Preparazione del maritozzo
La sua preparazione è semplice, gli ingredienti base, per la buona riuscita del maritozzo sono: farina, lievito, acqua, uova, zucchero, olio, latte e buccia grattugiata di limone. Fondamentale per ottenere un ottimo dolce è che la sua lavorazione e la conseguente lievitazione siano eseguite in modo corretto. Si impastano gli ingredienti fino a creare un panetto liscio che verrà fatto riposare in una ciotola coperta da un tovagliolo oppure posizionata dentro il forno spento ma con la luce accesa, fino a che il suo volume non sarà raddoppiato. Ottenuto questo impasto, si potranno dividere i panetti e rimetterli nel forno sempre spento, per un’ora; trascorso questo tempo, si faranno cuocere in forno statico per 15 minuti: una volta raffreddati, si taglieranno trasversalmente e verranno farciti con la panna, che deve essere freschissima per la buona riuscita del maritozzo, montata alla perfezione e non zuccherata. Questi dolci saranno ottimi specie se scaldati prima di essere farciti: il contrasto tra la brioche appena calda e la panna fresca sarà irresistibile. Se preparate i maritozzi in grosse quantità e dovete conservarli dopo cotti, li potete mettere anche in freezer; ricordatevi di scongelarli per tempo e poi potrete riempirli di panna.
È possibile gustare il celebre maritozzo in tutti i bar della Capitale e anche della regione intera, essendo una specialità alla quale è impossibile rinunciare, soprattutto per colazione, accompagnata a un buon cappuccino. Il maritozzo non può di certo definirsi leggero, saranno introdotte tra le 250 e le 300 calorie: è infatti ricco di grassi e zuccheri.

Il maritozzo day
A Roma il maritozzo è una vera e propria istituzione ed è addirittura celebrata una giornata in suo onore chiamata Maritozzo Day, che si svolge il 1° Dicembre di ogni anno: la prossima sarà quella in occasione della terza edizione. Durante questo evento particolare, si potranno assaggiare, in modo del tutto gratuito, i maritozzi migliori della città, serviti nei locali aderenti all’iniziativa. Una vera e propria festa popolare e condivisa che coinvolge tutta Roma per celebrare il dolce più goloso che ci sia: il maritozzo, decantato da poeti e artisti, a Roma è un’istituzione. Il poeta Ignazio Sifone, scrisse addirittura il testo Ode al maritozzo, nel quale ne decantava la bontà e ammetteva di non poterci rinunciare, nonostante il divieto da parte del suo medico.

Maritozzi salati e gourmet
Oggi ci sono diverse varianti e c’è chi lo fa addirittura salato o nella nuova tendenza gourmet. Gli chef, anche quelli stellati, si sbizzarriscono in cucina e cercano di creare nuove bontà, mantenendo la base originale della ricetta ma variandone il gusto e ovviamente la farcia. Non è quindi infrequente poter assaggiare maritozzi al pecorino e con l’aggiunta del prosciutto crudo oppure maritozzi abilmente farciti e serviti nel momento dell’aperitivo: alla ricotta, al pesto o al pomodoro. I maritozzi definiti gourmet, sono una delle tante novità del panorama culinario recente; ce ne sono di diverse tipologie e alcuni addirittura ripieni di ricette tipiche romane o laziali: coda alla vaccinara oppure con cacio, pepe e baccalà.
Ce ne saranno per tutti i gusti ma il vero maritozzo doc, romano, quello che piace agli abitanti della Capitale, rimane in ogni caso quello classico, con la panna montata e inzuppato nel cappuccino di prima mattina.

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04/03/2020
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