L’arte medievale a Roma: il chiostro di San Giovanni in Laterano

Dall'interno della Basilica di San Giovanni in Laterano si arriva ad un chiostro, che è stato realizzato dai Vassalletto, vale a dire una delle più importanti famiglie di architetti e scultori romani. In particolare, Pietro Vassalletto incomincia i lavori di costruzione di questo luogo nel 1222, quasi al termine del pontificato di Innocenzo III. Lo scultore in questione è molto conosciuto nel Medioevo, in quel periodo infatti realizza la scuola cantorum di San Saba e il candelabro pasquale marmoreo, che è situato nell'Abbazia di San Paolo fuori le Mura.

Attraverso l'iscrizione di un'epigrafe è stato stabilito poi che Pietro ha partecipato alla costruzione della Basilica di Santa Croce a Gerusalemme. Quando questo scultore muore, il figlio Nicola fa continuare i lavori di erezione del chiostro lateranense, che si concludono nel 1232. Quest'ultima data corrisponde alla fine del pontificato di Papa Gregorio IX. Alla realizzazione di questa magnifica opera ha contribuito anche il Cardinale Guale de Bicchieri, che ha offerto una somma di denaro molto importante.

Questo luogo è per dimensioni il più grande chiostro esistente nella Capitale ed è uno dei capolavori più belli dell'arte medievale. Per l'edificazione del chiostro lateranense non è stata assolutamente usata la tecnica del riutilizzo di materiali antichi. I Vassalletto infatti hanno dotato il cortile di colonnine, tarsie, cornici e capitelli, creandoli ex novo.
Il chiostro della Basilica di San Giovanni in Laterano ha una pianta di forma quadrata e chi lo guarda riconosce in quest'opera un grande razionalità e ordine.
I quattro lati dello splendido cortile sono caratterizzati da varie arcate, che poggiano su delle colonne binate, che vengono interrotte di tanto in tanto da dei pilastri, che suddividono ogni galleria in campate.

La parte più bella di questo luogo sono i bassorilievi, che sovrastano le arcate e che raffigurano delle maschere umane, delle teste di leone e degli steli di foglie, che hanno una forma arrotolata, che crea una sorta di spirale. Al di sotto di questi bassorilievi c'è un fregio magnifico, costituito da quadrati e tondi, che sono stati fatti con il marmo. A questi disegni geometrici si affiancano anche le figure di stelle e poligoni. I colori, che sono stati utilizzati maggiormente, sono allora il blu, il bianco, il rosso e l'oro.
Le decorazioni, che riproducono motivi vegetali e animali, ci fanno intendere che i Vassalletto, nel realizzare questo luogo, siano stati fortemente influenzati dalla tradizione egizia e araba.

Il chiostro lateranense: un'oasi di bellezza!
Uno sguardo alle opere presenti in questo luogo di pace.

Il chiostro di San Giovanni in Laterano è ricco di opere di straordinario valore. Tra queste c'è innanzitutto, sotto la prima campata, un mosaico, che rappresenta la figura di Salvatore Ninbato, che tiene nella mano destra un Vangelo. Si tratta di un frammento che era appartenente all'Altare della Maddalena. Accanto a questo mosaico, vi sono un'iscrizione in marmo, che ricorda i lavori di restauro della Basilica di San Giovanni in Laterano per volere di papa Alessandro II, e il sepolcro destinato al cardinale Riccardo Annibaldi della Molara. Questo monumento è stato relizzato in età giovanile dallo scultore Arnolfo di Cambio ed è costituito dalla statua di un uomo dormiente, che giace su un sudario, con la testa poggiata su due cuscini.

Nel chiostro di San Giovanni in Laterano vi è anche un'altra iscrizione marmorea, che rappresenta un documento importante. Stiamo parlando della famosa Bolla di Papa Gregorio XI, emanata da quest'ultimo dal suo palazzo di Avignone il 23 Gennaio del 1372. Quest'opera, scritta in latino, ribadisce il primato dell'Arcibasilica.
In questo luogo della Basilica lateranense sono presenti pure altri frammenti dell'Altare della Maddalena. Questi ultimi sono frutto del lavoro di Deodato di Cosma il Giovane e risalgono al XIII secolo.

Intorno al XVI e XVII secolo nella Basilica di San Giovanni sono stati compiuti di lavori di demolizione. Alcuni resti demoliti della Chiesa sono stati trasferiti nel chiostro. Tra queste opere ci sono un fulcro di un altare costruito nel V secolo, un bassorilievo funerario dedicato alla famiglia dei Gavi, un affresco che rappresenta la Madonna con Gesù Bambino, sormontati da due angeli, che è del XIII secolo, e un frammento della tomba di Lorenzo della Valle. Costui era un religioso lateranense, vissuto nel XV secolo.
In un angolo di questo posto straordinario, i visitatori possono infine ammirare un vaso di marmo su ara e un trono papale, su cui si sedette probabilmente il Pontefice Nicolò IV.

Il giardino del chiostro
Un luogo di silenzio e di preghiera.

Il chiostro della Basilica di San Giovanni in Laterano è un posto magnifico ed uno dei più importanti capolavori dell'arte cosmatesca. Quest'oasi di bellezza e di pace è dotata quindi di un bellissimo giardino. Questo era lo spazio in cui i monaci si ritagliavano dei momenti per parlare o fare meditazione. Al centro del giardino c'è poi il Pozzo della Samaritana, su cui sono presenti delle decorazioni vegetali. Questa struttura è a forma di cilindro ed è stata realizzata nel IX secolo. Il pozzo serviva per raccogliere l'acqua piovana.
Ai lati del giardino sono ben visibili dei leoni e delle sfingi, che rappresentano il basamento delle arcate che circondano il chiostro.

Tre strane iscrizioni sono presenti nel chiostro!
Si tratta di simboli esoterici?

Nel chiostro di San Giovanni in Laterano ci sono tre strane iscrizioni. Una si trova sulla destra, non appena si varca l'ingresso del cortile. Le altre due invece sono situate su dei muri attorno al giardino. Queste iscrizioni sono anche note con il nome di triplice cinta e raffigurano tre quadrati concentrici, che vengono solcati da quattro linee centrali, che arrivano a toccare il perimetro del quadrato interno.
Secondo alcuni storici, queste immagini sono dei simboli esoterici, che raffiguravano il percorso che dovevano fare gli iniziati, che attraverso i tre mondi fisico, mentale e spirituale, giungevano alla meta finale.
Diversamente, per altri scienziati la triplice cinta era usata dai Templari per indicare i luoghi sacri, o si riferiva al gioco del filetto del mulino praticato a Roma fin dall'antichità, come anche in Egitto e in Grecia.

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12/03/2018
Chiesa di San Giovanni in LateranoVassaletto architettoPapa Alessandro IIBolla di Papa gregorio XI