I grandi Parchi verdi di Roma: Villa Torlonia

Roma non è soltanto la capitale dell'Italia ma è anche una città dalle mille sfumature. Qui è possibile visitare monumenti di fama mondiale, ma anche deliziarsi in passeggiate nel verde tra i tanti parchi e ville presenti in tutti i quartieri della Città Eterna.
Villa Torlonia si trova nel quartiere Nomentano ed è un luogo ricco di storia e fascino che merita sicuramente una visita se vi trovate a Roma.

La villa è stata proprietà della famiglia Pamphilj dal XVII secolo fino alla metà del XVIII. Successivamente, nel 1760, la proprietà venne acquistata dalla famiglia Colonna che la mantenne come terreno destinato all'agricoltura.
La villa venne cominciata soltanto nel 1806 e fu commissionata all'architetto Giuseppe Valadier dal banchiere Giovanni Raimondo Torlonia, che aveva acquistato la tenuta nel 1797 dai Colonna.
Valadier unì gli edifici presenti, ovvero il casino Abbati e il palazzo padronale, in quello che è oggi il Casino dei Principi. Inoltre, egli, fece costruire anche le scuderie e un ingresso che è stato demolito per l'ampliamento della Via Nomentana. L'architetto si occupò anche di risistemare il parco realizzando dei viali perpendicolari e simmetrici tra loro che intersecano dove si trova il palazzo. Nello stesso periodo di costruzione e restauro, Villa Torlonia venne arricchita e abbellita con opere e sculture di arte classica acquistate appositamente.
Il 1832 è l'anno della morte di Giovanni Torlonia, a lui succede il figlio Alessandro, il quale dà incarico a Giovan Battista Caretti di continuare con i lavori sulla villa. Egli portò a termine il Tempio di Saturno, della Tribuna con Fontana e del Tempio dei Falsi Ruderi. Caretti realizzò anche il Caffe-House, l'Anfiteatro e la Cappella di Sant'Alessandro ma ad oggi questi edifici non esistono più. Con Caretti collaborarono anche Giuseppe Jappelli e Quintiliano Raimondi. Al primo si deve la ristrutturazione della parte meridionale della villa, oltre alla realizzazione della Capanna Svizzera e della Serra Moresca. Il secondo, invece lavorò sul Teatro e su quella che oggi è nota come Limonaia.
Il parco di Villa Torlonia risente delle differenti mani che vi hanno lavorato, tanto che la parte meridionale ha un gusto decisamente più indirizzato verso il neoclassico. La zona sud, infatti è ricca di laghetti e viali a serpentina, oltre ad edifici molto particolari come la Capanna Svizzera, la Grotta Moresca o il Campo dei Tornei. Ad Alessandro, succedette poi Giovanni che trasformò la Capanna Svizzera in quella che oggi è la Casina delle Civette. Egli, inoltre, fece costruire un nuovo muro di cinta insieme al Villino Rosso e a quello Medievale.

Mussolini e Villa Torlonia
Negli anni '20, Giovanni Torlonia concesse a Benito Mussolini la sua residenza ufficiale, mentre lui si trasferì nella Casina delle Civette. Il Duce pagava un annuale affitto di una lira, assolutamente simbolico. Mussolini e la sua famiglia si stabilirono su tutti i piani del palazzo ma mantennero quasi interamente l'arredamento presente.
Il Duce dormiva nella camera da letto del principe, la moglie Rachele Guidi nella stanza di fronte, mentre ai figli e al personale era riservato il terzo piano. Lo studio di Mussolini si trovava accanto alla stanza da letto, mentre al piano terra vi erano una serie di salottini che venivano usati da tutta la famiglia per le attività di studio oppure per ricevere eventuali ospiti.

Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, la residenza a Villa Torlonia rappresentava un pericolo. Per questa ragione gli abitanti decisero di nascondersi nelle cantine, tanto che queste furono dotate di porte d'acciaio e filtri anti-gas, insieme a tutte le comodità possibili. Il Duce, però, si accorse dopo poco che la cantina era troppo lontana dal palazzo e quindi fece costruire uno dei bunker all'interno dei locali del seminterrato. Il bunker fu realizzato con un muro di cemento armato dallo spessore di oltre un metro.
Tuttavia, l'aumento dei bombardamenti aerei rese necessaria la costruzione di un altro bunker circa 6 metri e mezzo sotto terra. Questo aveva una forma circolare con muri spessi circa 4 metri per resistere al meglio alle pressioni causate dalle bombe. Questa opera, tuttavia, non fu mai conclusa dal momento che il Duce e la sua famiglia fuggirono quando giunse al potere Badoglio. L'idea di Mussolini fu usata successivamente dagli abitanti della villa e della zona circostante per proteggersi dall'occupazione tedesca. Attualmente il bunker è stato restaurato ed è percorribile attraverso una pedana in legno.

L'acquisto del Comune di Roma e l'apertura al pubblico
Nel 1978, Villa Torlonia dopo essere stata a lungo abbandonata nel dopoguerra, viene acquistata dal Comune di Roma e diventa fruibile al pubblico.
La Casina delle Civette è una costruzione riparata rispetto all'edificio principale e nello stile imita un rifugio alpino. La Casina delle Civette nasce dove si trovava la Capanna Svizzera, iniziata a essere modificata nel 1908 ad opera di Enrico Gennari.
La Casina si snoda su due piani e presenta uno stile davvero unico anche a causa delle varie "mani" che hanno operato su di lei. L'edificio è decorato da stucchi, mosaici, pitture, ferri battuti e tanto altro. Le vetrate sono senza dubbio l'elemento caratterizzante e di spicco di tutta la struttura. Dal 1992 al 1997 la Casina delle Civette è stata ampiamente ristrutturata ed è stata finalmente aperta al pubblico.


Quando la villa fu acquistata dai Torlonia, all'architetto Valadier fu affidato il compito di restaurare il cosiddetto Casino Nobile. Egli inserisce degli specchi nella sala da pranzo, mentre Domenico del Frate e Antonio Canova si occupano di decorare gli ambienti rispettivamente con dipinti e bassorilievi. Alessandro Torlonia, figlio di Giovanni, affida i lavori al Caretti.
A lui si devono il pronao, i portici laterali e lo stile gotico dei partiti decorativi. Il frontone in terracotta che raffigura il "trionfo di Bacco" è opera di Rinaldo Rinaldi, allievo del Canova. Il piano terra e il "nobile" erano destinati a ricevere i nobili, mentre seminterrato e secondo piano erano occupati dalla servitù. Dal seminterrato, inoltre, è possibile accedere a uno dei bunker voluti da Mussolini.

Il Campo da Tornei è un'ampia zona che si trova tra Serra Moresca e il Teatro. Fu progettato da Jappelli basandosi sul modello medievale e cristiano. Le gradinate dove sedevano gli spettatori sono realizzate in piperino. Da alcune foto antiche si deduce che sul lato orientale vi era una tenda in ferro e rame dove si sedeva la principessa Torlonia assieme a tutta la corte. La tenda del principe, invece, era sistemata sulla cima del colle ed era decorata da stemmi in metallo e rame. Le tende principesche non sono sopravvissute al tempo ma erano ancora in piedi all'epoca del Duce, come è possibile vedere da alcune foto che ritraggono Mussolini mentre sta giocando a tennis.

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26/11/2018
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