Scoprire Roma: Dal Monte dei Cocci al Museo Macro tutte le attrazioni del Rione Testaccio

Testaccio è un quartiere della città di Roma dove poter respirare l'aria "verace" della Città Eterna. Passeggiare per il rione è come avere a che fare con una città dentro la città, con una struttura urbanistica e sociale definite e quasi distaccate dal resto della Capitale. Testaccio nasce come quartiere prettamente popolare, anche se adesso questa caratteristica si è un po' persa per l'arrivo di nuovi abitanti appartenenti a vari ceti sociali. Oggi a Testaccio non vivono soltanto operai, piccoli commercianti o impiegati ma persone di ogni genere.
Essere un Testaccino, tempo fa, era quasi un marchio di identificazione e motivo di vanto. Per chi abitava nel rione significava essere un Romano "DOC", "vero", "più Romano dei Romani". Da sempre nella Città Eterna vive ancora oggi un'accesa e animata "disputa" tra Trasteverini e Testaccini per il titolo di "Romano DOC".
Tornando al rione, esso si sviluppa intorno a due importanti punti nevralgici: il mercato all'aperto situato in Piazza Testaccio e il Mattatoio, un complesso industriale che si trova tra il Tevere e il Monte dei Cocci. Entrambi i luoghi garantivano un'importante caratteristica del quartiere: il buon cibo e il mangiare in maniera genuina. Ancora oggi questa particolarità rimane e potete trovarla in diverse trattorie e ristoranti tra le vie del quartiere. La cucina era povera e la gastronomia locale si basava sul "quinto quarto", ovvero per preparare piatti e pietanze venivano usati scarti di macellazione o interiora.
Ciò che ne veniva fuori successivamente era qualcosa di sorprendente. A questo rione appartiene l'origine di alcuni dei piatti ancora oggi simbolo della tradizione romana come la Trippa alla Romana, i Rigatoni con la "Pajata" (intestini di vitello da latte), il Fegato con le Cipolle, la Coda alla Vaccinara o i Nervetti Conditi.
Per arrivare a Testaccio si può passare da Piramide o da Trastevere, passando da via Marmorata, mentre percorrendo via Manuzio o Via Galvani si può giungere al Mattatoio.

Il Monte dei Cocci
Il Monte dei Cocci, conosciuto anche come Monte Testaccio si trova all'interno del quartiere. Si tratta di una sorta di "discarica" risalente all'epoca più antica. I Romani, in antichità, infatti vi si recavano per scaricare gli scarti dei cocci e per portare le anfore olearie che provenivano dal porto fluviale sul Tevere, presente lì vicino, e che erano destinate alla vendita. I cocci, nel corso del tempo, si sono accumulati formando una vera e propria collinetta su cui oggi è possibile passeggiare scoprendo una serie di interessanti reperti risalenti ad epoche del passato.
Successivamente, alla base della collina furono scavate alcune grotte che inizialmente furono adibite a stalle e cantine, dai Testaccini erano chiamate "grottini", e che oggi sono la sede di numerosi locali, ristoranti e disco-pub grandi protagonisti della movida romana. Il Monte dei Cocci può essere visitato soltanto da gruppi accompagnati e mediante prenotazione che può essere effettuata in determinati giorni e per particolari periodi.

Il Mattatoio
La struttura venne progettata dall'architetto Gioacchino Ersoch. La geometria del mattatoio di Testaccio è tipicamente industriale, con una geometria schematica e ben organizzata. All'interno del complesso erano presenti le stalle e i recinti per gli animali, i capannoni per le opere di macellazione e qualche altro edificio destinato alla lavorazione. Erano stati pianificati anche degli spazi dove potessero accedere comodamente i mezzi di trasporto. Ancora oggi sono visibili degli elementi originari come i pilastri o i cancelli delle stalle, realizzati in ferro e ghisa. Passeggiando per le strade del complesso noterete anche le rotaie dove erano appesi i ganci per le carcasse degli animali.
Il mattatoio è un complesso molto grande ed è stato dismesso nel 1975. All'interno si può accedere mediante un portale neoclassico dove potete vedere una magnifica scultura che raffigura Mercurio che cattura un toro. Alcuni dei vecchi edifici sono stati riutilizzati diventando delle aule universitarie. Altri ancora sono diventati centri e spazi espositivi anche se si trovano a convivere con edifici poco curati o vecchie strutture non ancora recuperate.

Il MACRO Testaccio
L'edificio di spicco nato all'interno del Mattatoio di Testaccio è senza dubbio il MACRO Testaccio, una sede distaccata del Museo d'Arte Contemporanea di Roma che si trova in via Nizza. Oltre al museo vero e proprio vi è il Macro-Pelanda, un grande ambiente destinato a mostre espositive e ricavato all'interno dei padiglioni che una volta venivano utilizzati per le lavorazioni del Mattatoio. Alla Pelanda vengono organizzati numerosi eventi, attività formative, esposizioni di vario tipo e laboratori. Una parte dello spazio che si trova dietro gli edifici del MACRO Testaccio, il cosiddetto Campo Boario, viene usato oggi dalla Città dell'Altra Economia per organizzare eventi all'aperto, come quelli dedicati al mondo biologico o al commercio equo-solidale. Nei pressi potete visitare una libreria, un bar e un piccolo supermercato dallo stampo bio.

Il Nuovo Mercato Rionale
Nel 2012, il mercato di quartiere, dalla storica Piazza Testaccio, è stato trasferito in Via Galvani, nei pressi dell'Ex Mattatoio. Dal mercato scoperto, i banchi sono stati trasferiti all'interno di una struttura coperta dallo stile contemporaneo, progettata dall'architetto Marco Rietti.
L'ambiente è molto luminoso, mentre il design è costituito da linee nette ed essenziali. Il concept che vi è dietro il Nuovo Mercato Rionale di Testaccio è quello di realizzare uno spazio che non sia soltanto destinato alla spesa quotidiana ma di dare ai cittadini romani un centro di aggregazione per tutto il quartiere, dove si può fare un pranzo di qualità spendendo poco, oppure dove potete assaporare specialità particolari rielaborate da giovani chef di talento che preparano i piatti della tradizione fondendoli con il nuovo stile dello street food, sedendovi sui tavoli condivisi presenti sulla piazza.
Potrete assaporare semplici ricette di pasta, gustare i piatti del "quinto quarto" in versione panino, assaggiare delle insalate realizzate con ingredienti biologici oppure mangiare i piatti tipici della cucina giudaico-romanesca.
Una menzione particolare la merita il chiosco di Cristina Bowerman, una chef stellata, che nel suo banchetto permette di assaporare piatti gourmet all'interno di un insolito bicchierone di carta.

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21/01/2019
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