Alla scoperta della ricchissima collezione di Galleria Borghese e dell’elegante villa omonima

La Galleria Borghese è uno dei musei da non perdere per chiunque si trovi a Roma. Essa sorge all'interno della Villa Borghese Pinciana, al centro di piazzale Scipione Borghese, ed espone centinaia di opere di molti degli artisti più noti al mondo. Tra questi Gian Lorenzo Bernini, Antonio Canova, Agnolo Bronzino, Caravaggio, Perugino, Raffaello, Lorenzo Lotto, Cranach il Vecchio, Antonello da Messina, Pinturicchio, Tiziano, Annibale Carracci, Bellini, Pieter Paul Rubens e molti altri. La Galleria Borghese è un luogo unico al mondo, soprattutto in termini di quantità ed importanza delle tele e delle sculture ivi conservate (in particolare per quanto riguarda le opere del Bernini e del Caravaggio). Verso la fine del XVI secolo, la famiglia Borghese, originaria di Siena, acquistò un terreno poco a nord di Roma, a breve distanza da Porta Pinciana, con l'obiettivo di realizzarvi un parco immenso. In poco tempo, la ricca famiglia seppe ritagliarsi un'importanza sempre maggiore nell'aristocrazia romana, soprattutto dopo che Camillo Borghese fu eletto Papa nel 1605. Egli acquisì il nome ecclesiastico di Paolo V, mentre la famiglia portava avanti le opere di costruzione.

La storia della Villa e della Galleria annessa
I lavori ebbero inizio nel 1607 e la loro supervisione fu affidata all'architetto romano Flaminio Ponzio, che solo pochi anni prima aveva realizzato il palazzo urbano della famiglia Borghese sulle rive del Tevere. Nel 1613, dopo la morte di Ponzio, Giovanni Vasanzio venne incaricato del completamento dei lavori, che si prolungarono per parecchi anni. Nel frattempo, furono inaugurati anche i lavori di sistemazione dei giardini, curati da Carlo Rainaldi e portati a termine soltanto nel 1620. L'edificio, chiaramente ispirato a Villa Farnesina e Villa Medici, con il grande portico aperto sul giardino, fu decorato nello stile in auge nel XVI secolo. La facciata venne impreziosita con ben 70 busti e 144 bassorilievi, mentre i fastosi interni furono illuminati tramite la realizzazione di centinaia di finestre, necessarie a restituire agli ambienti la giusta luce, che serviva ad osservare comodamente le opere ivi raccolte. La villa non contiene soltanto sculture e dipinti, ma anche meravigliosi affreschi, tra cui quelli di Cigoli, autore della Favola di Psiche. Dopo il 1770, gli interni della villa furono rinnovati per volere di Marcantonio IV Borghese, il quale incaricò Antonio Asprucci di realizzare un progetto unitario. L'architetto invitò un gran numero di pittori e scultori e diede loro il compito di elaborare le nuove decorazioni che avrebbero dovuto impreziosire ulteriormente la struttura. Furono realizzati stucchi decorativi, affreschi e decorazioni con marmi policromi, mentre la maggior parte delle tele dipinte per l'occasione ritraggono i componenti della famiglia Borghese e narrano alcuni frammenti della loro storia. Nel 1902, lo Stato italiano decise di acquistare la struttura con tutte le sue collezioni e trasformarla in una galleria d'arte. Il primo direttore del museo fu Giovanni Piancastelli, al quale nel 1906 succedette Giulio Cantalamessa, ex direttore delle gallerie dell'Accademia di Venezia. La Galleria Borghese rimase aperta ed assolse il suo compito fino al 1983, quando la sua attività fu interrotta per dare inizio ad una vasta opera di restauro che durò ben quattordici anni: l'edificio vide ripristinata la facciata, che si presentava particolarmente danneggiata, con le sue statue, gli intonaci e la lunga scalinata munita di due rampe. Venne riaperta al pubblico solo nel 1997, a causa di alcuni ritardi e di una burocrazia farraginosa. Tuttavia, il museo è riuscito ad ottenere il lustro ed il successo che merita, tanto che nel 2013 è stato il nono sito più visitato d'Italia, con quasi 500 mila visitatori all'attivo.

Le principali caratteristiche della villa e le collezioni ospitate
La struttura fu realizzata su un fondo agricolo acquistato dalla famiglia Borghese nel 1580, il quale comprendeva anche il sito al di sotto del quale furono identificati la villa di Lucullo e i suoi celebri giardini (gli horti luculliani). Col passare del tempo, il possedimento venne ampliato con una serie di acquisizioni, tra cui quelle portate a termine dal cardinale ed appassionato d'arte Scipione Borghese, il cui obiettivo era crearvi il più ampio giardino mai realizzato a Roma fin dall'antichità. Tra gli artisti che intervennero nei lavori di completamento della villa figurano anche Gian Lorenzo e Pietro Bernini. Una delle punte di diamante della villa è senza dubbio il parco, decorato con un gran numero di fontane e piccoli corpi di fabbrica, che fungevano da magazzini per i giardinieri. Agli inizi dell'Ottocento, la tenuta fu ampliata ulteriormente da Camillo Borghese, che acquistò numerosi terreni, i quali arrivavano fino a Porta Pinciana e Porta del Popolo. Per integrare al parco i nuovi fondi fu convocato l'architetto Luigi Canina, il quale portò a termine un eccellente lavoro di raccordo. Durante tutto il XIX secolo il parco rimase aperto al pubblico, che era libero di passeggiarvi e godere della bellezza dei suoi scorci. In quegli anni vi furono organizzate anche moltissime feste. Tra le collezioni ospitate spicca quella realizzata dal cardinale Scipione Borghese. Egli era un noto appassionato d'arte, che possedeva molte sculture antiche e altrettanti dipinti realizzati dai maestri toscani contemporanei. Nel corso del XVII secolo decise di comporre quella che sarebbe diventata una delle collezioni d'arte più grandi della storia italiana.

Cercò di acquisire almeno un'opera per ogni artista e queste dovevano essere rappresentative del suo stile e delle diverse evoluzioni. Alla sua morte, nel 1633, la collezione era enorme ed ospitava migliaia di opere trafugate, confiscate e acquistate. Il lavoro di Scipione fu portato avanti da altri componenti della famiglia, almeno fin quando il principe Camillo Borghese, marito di Paolina Bonaparte, fu costretto da Napoleone (fratello di Paolina) a vendergli parte delle opere appartenenti alla collezione di famiglia. Tra le maggiori opere d'arte conservate nella galleria è impossibile non citarne alcune: la Madonna con bambino (Giovanni Bellini), Apollo e Dafne (Gian Lorenzo Bernini), Paolina Borghese come Venere vincitrice (Antonio Canova), Danae (Correggio), Davide con la testa di Golia (Caravaggio), Deposizione Baglioni (Raffaello) e Deposizione nel sepolcro (Rubens).

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17/09/2018
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