Alla scoperta del Lazio: le “Ottobrate romane”, origine e curiosità di questa tradizione tutta romana

Che magnifica ottobrata! Un'espressione che suona strana a tutti, tranne ai romani, che ne conoscono l'origine e hanno il raro privilegio di sperimentarne, ogni anno, l'emozione. Roma è la più bella città del mondo, non ci sono dubbi, e affascina i suoi visitatori in ogni periodo dell'anno: in inverno, quando le grigie nubi si specchiano nelle acque cupe del Tevere, ma anche in piena estate, durante la quale i maestosi monumenti scintillano sotto la luce di un sole infuocato. Poi, c'è un mese particolare, in cui la Capitale, mentre quasi tutto il resto d'Italia subisce i primi freddi, si crogiola ancora in un tiepido autunno, nel quale tutta la natura sembra lanciare un ultimo sussulto, prima di assopirsi per il lungo inverno: ottobre.
Mese autunnale per eccellenza, questo mese rappresenta per Roma l'ultimo scampolo di estate, tanto che non è raro che i romani si dirigano verso Ostia, per un'ultima giornata in spiaggia. Come è possibile? È un fenomeno tipico della Capitale che prende il nome di ottobrata romana.

Ottobrata romana: un miracolo meteorologico
Questo clima anomalo, che a ottobre investe Roma, è un regalo dell'anticiclone delle Azzorre. In questo periodo, infatti, un'imponente massa di aria calda, in arrivo dall'omonimo possedimento portoghese, si riversa sulla nostra penisola, interessando in modo particolare l'Italia centrale. Roma, che oltre a trovarsi proprio nel mezzo di questa alta pressione, è anche protetta dall'appennino, si ritrova a vivere uno scampolo d'estate anche nel bel mezzo dell'autunno. L'anticiclone, infatti, assicura un clima estremamente mite e totale assenza di piogge, permettendo ai romani, fin dai tempi più antichi, di godersi le ultime scampagnate prima dell'arrivo delle rigide temperature invernali.

Significato e origini dell'ottobrata romana
Per ottobrata i romani intendono la caratteristica gita fuori porta, con amici e parenti, nell'ultimo mese utile per tali attività, per l'appunto il famoso ottobre della Capitale. L'origine dell'ottobrata di Roma getta le sue radici in un passato lontanissimo, risalente addirittura all'epoca romana. Prendendo a prestito l'antico culto greco di Dioniso, a partire dal II° secolo a.C., i romani usavano intrattenersi in intensi Baccanali. La Roma repubblicana, però, non poteva tollerare che usanze greche influenzassero la cultura latina, pertanto ne vietò lo svolgimento. Questo divieto prevedeva pene talmente severe per i contravventori, che i Baccanali scomparvero del tutto dalle tradizioni dei romani, per resuscitare, in forma decisamente più contenuta, molti secoli più tardi.

Una festa per tutti i romani
L'ottobrata romana, anche se riveduta e corretta, ricompare durante l'ottocento come attività intimamente legata al periodo della vendemmia e i romani uscivano dalla città per raggiungere i vigneti che si trovavano oltre le porte della Capitale.
A quel tempo le automobili non avevano ancora fatto la loro comparsa, così si lasciavano i rioni cittadini a bordo delle caratteristiche carettelle, curiose carrozze a forma di guscio d'uovo, trainate da due cavalli addobbati a festa. Doveva essere davvero divertente assistere a quell'insolito corteo che si lasciava dietro di sé stornelli romani, risa e sfottò! Questa tradizionale usanza univa popolo e nobiltà che, in questo frangente, finivano spesso per festeggiare insieme, dividendosi cibo e vino: per gli aristocratici era un'occasione unica per sfuggire alla routine di palazzo e per il popolo rappresentava una singolare possibilità per evadere da un quotidiano spesso grigio e faticoso.
Nessuno si asteneva dall'ottobrata, ma, soprattutto, nessuno rinunciava a sfoggiare gli abiti migliori. Tessuti pregiati, lustrini, cappelli e ogni genere di accessori originali ed eccentrici abbondavano sugli abiti di tutti i partecipanti e anche i più poveri non badavano a spese. Non è sfuggito alla tradizione orale che, in quei giorni, il Monte dei Pegni facesse affari d'oro: i romani, pur di potersi permettere un abito degno della festa, erano disposti a impegnarsi pure quei pochi averi che possedevano!


Vino, cibo e goliardia: ed è subito ottobrata!
I cortei di carrettelle si dirigevano, quindi, verso i margini della città, oltrepassando Porta Pia o Porta San Giovanni. I più avventurosi sceglievano di raggiungere i ricchi vigneti che si estendevano intorno a Monte Verde o le sconfinate campagne appena fuori Ponte Milvio, mentre i trasteverini trovavano più comodo raggiungere il vicinissimo Monte Testaccio.
Ai più poveri, quelli che non potevano permettersi la tipica "scampagnata" e non avevano nemmeno nulla da impegnare, pensava la gentilezza dei principi Borghesi: durante le domeniche di ottobre, infatti, aprivano la loro villa, la rinomata Villa Borghese, allestendo i prati con giostre, alberi della cuccagna, spettacoli, esibizioni equestri e gare atletiche.
Quale che fosse il luogo, l'atmosfera era ovunque la stessa: balli, canti e vino, tanto vino. E più questo andava giù, più si alzava il ritmo degli stornelli e i frenetici guizzi del saltarello, il tradizionale ballo della Roma dei tempi andati. Gli uomini si impegnavano nelle gare di tiro alla fune, bocce e ruzzola, mentre le matrone romane allestivano le tavole con i piatti più succulenti della tradizione culinaria romana: dai maccaroni agli gnocchi, dall'abbacchio alla trippa, era tutto un susseguirsi di odori e aromi, che andavano a mescolarsi con quelli del vino, che scorreva a fiumi. In estrema sintesi, l'ottobrata romana era una vera festa dei sensi e della socialità: una tradizione che viene da lontano, ma che vive tutt'oggi nelle abitudini dei romani.

L'ottobrata romana oggi
Le miti domeniche di ottobre convincono anche i più pantofolai a uscire da casa e, di conseguenza, la città si organizza per offrire il meglio in termini di manifestazioni ed eventi. Se capitate a Roma in ottobre, informatevi per tempo. Nel tentativo di mantenere vive le tradizioni della città, alcuni quartieri, come Monti e Prenestino, allestiscono delle vere e proprie feste cittadine: le strade vengono invase dalle bancarelle e le piazzette fanno da palcoscenico a piccoli concerti.
Inoltre, il FAI, Fondo Ambiente Italiano, organizza visite guidate a luoghi del patrimonio italiano che, normalmente, non sono accessibili al pubblico. Un'occasione imperdibile per scoprire le bellezze naturali e artistiche del nostro Paese e rivivere la gioiosa spensieratezza che caratterizzava le domeniche della Capitale durante le ottobrate romane.

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26/10/2019
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